DON FLORIANO, Lettera aperta al Nunzio Apostolico in Italia sugli scandalosi silenzi dell’episcopato italiano

Il Nunzio in Italia

A Sua Ecc.za Rev.ma / Mons. Emil Paul Tscherrig, / Nunzio Apostolico in Italia, / Villa Giorgina, / via Po, 27, 00198 ROMA / Via: nunzio@nunziatura.it

Coi di Zoldo, 3 novembre 2021

Eccellenza Reverendissima,

nel corso dell’ultimo anno la Chiesa Cattolica, in quanto realtà visibile e umana (quindi anche umanamente manipolabile, in bene o in male, e interpretabile, secondo verità o secondo ideologia), è stata chiamata, alla pari di tutte le realtà umane, a confrontarsi con quell’evento particolare che, per semplicità, chiamerò anch’io pandemia, per quanto sia chiaro che non è tale, e questo in base alla stessa dichiarazione dell’O.M.S., che aveva parlato di «possibile pandemia», dove il termine decisivo nell’espressione addotta appare quell’attributo di “possibile”, senza del quale non avrebbe neppure potuto introdurre quello (che solo per volontà politica e non medica si voleva introdurre) di “pandemia”.

Ebbene: mi sorprende, e non poco, il modo di approcciarsi della Chiesa, in quanto istituzione umana, alla “pandemia”. Mi sorprende che, pur dotata in tutto il mondo di Università di prestigio e di altrettanto prestigiosi Centri medici e Ospedali, la Chiesa non sia stata in grado (sembra addirittura non ci abbia neppure pensato) di elaborare e fornire, ai fedeli e agli uomini tutti, una propria lettura, coerente e organica, del fatto “pandemia”. Niente! Sia in ambito istituzionale come in quello accademico, pur dopo oltre un anno e mezzo dall’insorgere della “pandemia”, la Chiesa è ancora sprovvista di simile elaborato.

Nel contempo ci sono stati, però, interventi ad hoc di questo o quel Pastore (vescovo o sacerdote), dello stesso papa Francesco e di alcuni organismi vaticani; interventi di varia, a volte anche alta autorevolezza, ma tutti privi, a monte, di una visione organica condivisa del “fatto pandemico”. A fronte di questo vuoto analitico e dottrinale, sia papa Francesco, come pure gli organismi vaticani e i singoli Pastori hanno perciò preso e disposto provvedimenti pratici di disciplina comportamentale, soprattutto liturgica.

Ma è spiacevole e imbarazzante, analizzando tali disposizioni disciplinari, constatare come la Chiesa istituzionale, in assenza di una propria e specifica riflessione, abbia, dal Papa in giù, condiviso, propagandato e moralmente imposto ai fedeli, persino come scientifica e indiscutibile, la lettura del “fatto pandemico” elaborata dall’«Agenda 2030», cioè da un organismo a-cattolico (per non dire fermamente anti-cattolico), che non è un’agenzia medica e neppure una politica in senso stretto (cioè rappresentativa dei Popoli), ma espressione precisa di una bel precisa lobby di economisti e di finanzieri, quella, assai potente a livello planetario e con volontà di imporsi all’umanità intera, che porta avanti il Nuovo Ordine Mondiale, come appare da vari siti web.

È stato sorprendente per me, in negativo, prendere atto della accondiscendenza del Papa, dei vescovi e della Chiesa istituzionale tutta al diktat ideologico dell’Agenda 2030. Non so spiegarmi come ciò sia successo e sia stato possibile. Le uniche risposte che in questo momento mi so dare non sono per nulla lusinghiere, ma sarò felice se Lei mi saprà rasserenare nella Fede, mostrandomi, in modo serio e non chiacchiere, le ragioni che hanno indotto il Papa e i vescovi ad affiancare così pesantemente Agenda 2030 senza, con ciò, tradire il loro servizio a Cristo, alla Chiesa e, anche solo in termini umani, alla verità. Del resto, anche se Lei non crederà opportuno, o non sarà in grado (il che sarebbe sconcertante ma è pur sempre possibile) di rispondere ai miei interrogativi, la Santa Sede dovrebbe sentire il dovere di farlo per tutti i fedeli, esponendo «nero su bianco» quella riflessione e le spiegazioni del suo comportamento (che tanto ci sorprende), come accennavo poc’anzi. I quesiti che, di tutta rilevanza, sottopongo alla Sua attenzione sono quantomeno i seguenti quattro.

PRIMO: IL SILENZIO INSPIEGABILE DEI VESCOVI. A fronte di una crisi spirituale inattesa, devastante e con conseguente, non cessata, emorragia dei fedeli, la Conferenza Episcopale Italiana si è mostrata vile e latitante, facendo sentire la sua voce (e ricordandoci che ancora esiste) solo per mostrare di essere ossequiosa ai desiderata del Governo (prima Conte 2 e ora Draghi). La C.E.I. ha inviato, quando intervenuta, disposizioni più restringenti delle stesse governative; come se i vescovi italiani facessero a gara per mostrarsi uno più ossequioso dell’altro. Lo stesso papa Francesco, che voleva dar di sé l’immagine del difensore dei poveri, in quest’anno e mezzo si è schierato sempre più apertamente con l’ordine costituito, arrivando addirittura al punto di avviare forme di collaborazione stabile con gli esponenti di spicco delle banche ebraiche mondiali e della lobby mondialista; come potrà recuperare una credibilità così compromessa? Ma, poi, tornando ai vescovi: come hanno potuto impedirci di assistere i fedeli moribondi, di portar loro una parola di conforto, di celebrare la Confessione, di ricevere l’Eucaristia, l’Olio Santo e il Viatico? Perché continuare a impedire l’uso dell’acqua santa, di inginocchiarsi e di ricevere l’Eucaristia in bocca? È forse venuta paurosamente a galla la mancanza di Fede che molti nascondevano in sé? E dopo? Quando la “pandemia” cesserà, con che coraggio torneranno a farsi vedere dai fedeli, soprattutto da quelli ai cui cari hanno negato i conforti religiosi, pur di non scontentare un Governo ateo?

SECONDO: IL SILENZIO SUGLI ABORTI PROGRAMMATI. Ho letto tutto il leggibile e le dichiarazioni degli organismi della Santa Sede, e ne ho ricavato più scandalo che argomenti validi. A riguardo degli aborti procurati, volutamente e spietatamente, pur di produrre dei “vaccini”, le argomentazioni – siamo onesti! – degli organismi vaticani e la stessa frase ridicola di papa Francesco («Vaccinarsi è un atto d’amore») non reggono. Sono parziali, tendenziose, apologetiche, ambigue, in definitiva gravemente immorali. Come mettere in seconda linea, infatti, il dato oggettivo principale: che i “vaccini” sono fatti con un procedimento che presuppone l’assassinio di feti umani? Come hanno potuto i vescovi, davanti a Dio, giungere a tacere su questo punto di essenziale e vitale importanza, per spostare l’attenzione sul tanto o sul poco del coinvolgimento morale dei fedeli in tale fatto, per giungere infine a stabilire che dunque i vaccini sono permessi, anzi moralmente obbligatori? Come è possibile che, in Italia, siamo arrivati ad un punto così grave di depravazione e cecità morale che persino dei cardinali, come il card. Bagnasco, si sono vantati di essersi “vaccinati” e lo stesso pensiero sia stato espresso addirittura da papa Francesco? Il dovere di tutelare la vita fin dal concepimento è – lo sa meglio di me – uno di quei punti decisivi della morale che non ammette, nell’esporlo, né ambiguità, né compromessi per cui ai Pastori doveva premere al massimo grado che, quando ci fossero stati anche solo dei dubbi al riguardo, i “vaccini” venissero interdetti. Se un prete di montagna, che ha 65 anni e vive a 1500 metri di altitudine, riesco tramite il web, come faccio io, ad avere a disposizione una documentazione più che sufficiente della verità che i “vaccini” sono preparati ricorrendo a cellule di feti volutamente uccisi, non posso immaginare che il Papa, Lei, le Università e gli Ospedali cattolici, la Santa Sede e i vescovi non sappiano, e molto meglio, quello di cui sono certo. Tanto più che siamo certi pure: 1) Che non era né è vero che i cosiddetti vaccini siano vaccini; 2) Che non era né è vero che mancassero o manchino altre cure, anche molto più efficaci, senza ricorrere (per puro commercio e amore del dio Mammona) ai vaccini; 3) Che non era né è vero che i “vaccini” siano capaci di immunizzare, tant’è che stanno diventando una catena continua, come la catena di Sant’Antonio, un vaccino dopo l’altro e vorrebbero renderli permanenti. E, dunque?

TERZO: IL SILENZIO SUI FONDI AI MASS MEDIA E ALLE ORGANIZZAZIONI ECCLESIALI. Dal web appare, con opportune ma fattibili ricerche, la montagna di soldi che le diocesi italiane e le realtà collegate con esse ricevono, a fondo perso, dal Governo. Ricevono soldi per opere d’arte, scuole, giornali e televisioni, opere assistenziali (Caritas, migranti, drogati, ospedali). È chiaro, però, che tutto questo “aiuto”, da parte del Governo, non è disinteressato ma ha come prezzo la libertà di parola e di azione. «Chi accetta un dono non è più libero», mi diceva tante volte il console generale del Belgio a Venezia, negli anni in cui lo frequentavo, tant’è che volle persino rinunciare all’onorificenza di cavaliere della Repubblica. Ma quando io, e come me qualsiasi persona, legge che il giornale dei vescovi, «Avvenire» riceve annualmente vari milioni di euro, che una lunga schiera di settimanali diocesani e persino bollettini di santuari è quasi completamente mantenuta da fondi del Governo, quando anche Atenei (come il Marcianum, che ambiziosamente aveva messo in piedi il card. Scola) vivono perché sponsorizzati dal Governo della Repubblica; beh, allora, come posso credere all’onestà di tutti questi mass media, al loro essere super partes nel dire la verità sui “vaccini” e sul green pass? E, infatti, giornali e foglietti ecclesiali, organizzazioni e persino Ordini religiosi si sono talmente schierati con la narrativa ufficiale che non saprei indicarne uno che non abbia fatto della menzogna il suo pane quotidiano.

QUARTO: IL SILENZIO SULLE VIOLENZE A TRIESTE. Infine, una prova schiacciante e dolorosa della complicità immorale dell’episcopato italiano, e anche Sua, Eccellenza Reverendissima, e dell’intera Santa Sede (compreso messer papa, per dirla alla medievale) con il Governo italiano e il VOSTRO schierarvi acritico e infantile, ma certo non disinteressato, con Agenda 2030 si è avuta il 18 ottobre scorso. Quella mattina, a Trieste, dei semplici portuali o, come dicevano una volta, «scaricatori di porto», persone oneste e religiose, molti dei quali padri di famiglia, si trovavano ad uno degli accessi del porto nuovo, non per bloccarlo (come mai avevano fatto) ma per chiedere al Governo di togliere l’obbligo del green pass. Richiesta discutibile (in astratto, solo in astratto) ma legittima, senza ombra di dubbio. Quand’ecco, con ferocia animalesca alcuni agenti della Polizia di Stato si scagliavano su di loro con cannoni spara acqua, con getti così potenti da rovesciare a terra alcuni di quei robusti operai per, poi, inzuppati d’acqua, spingerli sulla strada antistante e rincorrerli, come cani famelici, lanciando contro di essi razzi fumogeni e lacrimogeni. Nel mentre, come Lei sa certamente meglio di me, la stampa libera del mondo intero (americana compresa) restava sbigottita del verificarsi di simili crimini, tutti gli aderenti all’élite mondiali sta tacevano: i partiti, gli ordini professionali, la magistratura, persino il presidente Mattarella (che non passerà certo alla storia come persona d’onore). E tra le “mummie”, guarda caso, tutti i vescovi d’Italia, a cominciare da quello di Roma, che si diverte a telefonare a destra e sinistra, mettendo in imbarazzo le persone, e vuol far credere d’essere dalla parte degli indifesi ma per i portuali di Trieste non è stato capace di dire una sola parola!

La prego, pertanto e in definitiva, di far conoscere queste sincere espressioni a chi di dovere, a cominciare dai Suoi confratelli nell’episcopato, con la speranza che, ravvedutisi dai gravi peccati di omissione dei propri doveri e di scandalo pubblico, tornino alla verità e a Dio, anche se ciò comportasse la rinuncia a tante sovvenzioni del Governo italiano. La ringrazio dell’attenzione e Le auguro «pace e bene»!

Laudetur Iesus Christus!

don Floriano Pellegrini

Via Belina, 16/c / 32012 VAL DI ZOLDO (BL) / Via: 2016.baliato.daicoi@gmail.com

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13 Risposte a “DON FLORIANO, Lettera aperta al Nunzio Apostolico in Italia sugli scandalosi silenzi dell’episcopato italiano”

  1. A Socrate dissero: “Socrate, tu hai torto (e sarai condannato) perché … hai ragione”. E fu condannato all’esilio che lui stesso commutò in scelta di morte, contro le amichevoli insistenze di Critone.
    Reprimo a stento dentro di me lo sdegno suscitato dalla notizia che Don Floriano, a seguito di questa lettera sarebbe stato mortificato e rimosso dall’autorità ecclesiastica.
    Il contenuto di questa lettera potrà spiacere ai governanti, agli ecclesiastici, ai benpensanti ma è vero in ogni sua parte e, per chi non è stupidamente asservito, condivisibile.
    “Don Floriano, Lei ha torto!… perché ha ragione.”

  2. In attesa paziente che si capisca come mai succedono certe cose(prima, durante, dopo il Concilio Vaticano II!?), cerchiamo sempre più preti cattolici che facciano il loro dovere, costi quel che costi! Tradotto: passare il Rubicone e servire il Sacrificio Eucaristico come Apostoli e Tradizione comandano! E sarebbe anche ora!
    Alberto

  3. La santa Chiesa non dev’essere più chiamata così, giacché alleata al Male stesso cui ignori persino l’insegnamento d’Ippocrate che, da prima di Cristo, tale ancora sia: “Il germe non è niente, il terreno è tutto”. Il principe dei demoni è la progressiva e testarda barbarie scientifica cui, in mezzo a quanto del resto, accantoni il principio di indeterminazione appunto detestato da Albert Einstein. I sapienti (o seguaci di quest’ultimo) dell’immortalata cultura, da sempre tramandata nella pretestuosa crescita che non possa mica arretrare, attraverso il vero demonio imprimono l’oscurantismo di cui sopra come sia la verità. Mentre essa è Dio…

  4. Tutta la mia solidarietà a Don Floriano. Papa Benedetto XVI dichiarò “la verità vi rende liberi” e di questa ora stiamo discutendo. Don Floriano, partecipe e coraggioso, ha osato affermare certe scomode verità con onestà e rigore morale. La Chiesa sta perdendo adepti? Poniamoci due domande e non mettiamo ipocritamente la testa sotto la sabbia.
    La polvere sotto il tappeto non è mai una soluzione: lo sporco va distrutto, non raccattato e nascosto in un angolo, perché per fare pulizia, il tappeto prima o poi verrà sollevato. La Chiesa ora per molti, me compresa, non è più un punto di riferimento, ma è la Fede, quella che sgorga impavida e pulita dal cuore, l’unico tesoro a cui attingere.

  5. Grazie, Don Floriano, per le tue parole, che mi restituiscono la voglia di credere, ormai ridotta al lumicino. Sei come la roccia delle montagne che ti circondano. Grazie.

  6. Dio non vuole che l’umanità che ha creato venga modificata geneticamente!!!
    Se la Chiesa non vuole intervenire perché è una lobby, almeno faccia una scelta intelligente: ogni positivo trovato è il bene di Dio. Perché?
    Perché può contagiare un certo numero di persone che in un ospedale della Chiesa vengono curate senza essere vaccinate e avranno anticorpi che durano per tutta la vita.
    Il virus può essere debellato solo rafforzando l’umanità e non indebolendola.

  7. Grazie, don Floriano, per il tuo grande coraggio di dire la verità, pregherò per te perché il Signore ti benedica e la Santa Vergine ti protegga. Roberto, Musile di Piave (Venezia)

  8. Grazie, don Floriano, siamo tutti con Lei e quanto hanno operato a livello ecclesiastico nei Suoi confronti è vergognoso ed ingiusto!!
    Ma la vittoria finale sarà Sua, don Floriano, tutto l’immondo teatrino covidiano crollerà e la verità brillerà e riscatterà tutti coloro che sono stati ingiustamente condannati da un manipolo di traditori!!!!

    1. Grazie molte del sostegno, ne ho bisogno, perché a tutt’oggi (18 novembre) continuano a rifiutarsi di rispondermi, ammettendo con ciò di sapere di essere nel torto ma di non voler cambiare.

  9. Don Floriano… tante belle parole e belle idee, ma perché la Verità non la dite tutta? Ossia che questo scempio è possibile solo perché il Trono di Pietro è occupato dallo usurpatore Imbroglio, burattino della massoneria e della finanza internazionale? Perché non vi schierate con il vero Papa, Benedetto XVI, e chi ne fa le veci, ergo don Minutella e don Bernasconi, nonché vari prelati sud-americani? Non credete alla eternità delle anime, visto che per qualche lenticchia preferite tacere su Imbroglio? Auspico che troviate il coraggio e la Fede che hanno dimostrato don Minutella e don Bernasconi. Cordiali saluti.

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