Il sorriso di un cane trovatello

«Il sorriso di un trovatello è una prova sufficiente» è un articolo, del 6 marzo 2019, tratto da: https://www.graduatez.com/view/dog-selfie-police-it/?src=taboola&utm_source=taboola&utm_medium=pavlovsky-wojournalsen&utm_campaign=1954440&utm_key=60&utm_term=GZ_D_IT_dog-selfie-police-it_gil_a_90186 .

Lo riporto anche se – e non servirebbe neppure lo dicessi – non sono per nulla d’accordo che un animale venga chiamato bambino o membro della famiglia, come fanno molti siti, richiamandosi a una visione dell’uomo (cioè ad un’antropologia) che trovo inaccettabile; il concetto di adozione, poi, mi è persino disgustoso. Ma che si può fare? FATTO QUESTO DISTINGUO FONDAMENTALE, continuerò a pubblicare alcuni di questi articoli per quel che hanno di positivo e piacevole.

Dan Tillery e la sua ragazza non vedevano l’ora di presentare il nuovo membro della loro famiglia. Avevano aspettato tanto per trovare proprio il cucciolo che avrebbe reso perfetta la loro vita assieme e quando incrociarono Diggy, capirono che era esattamente il cane che stavano cercando. La coppia di certo era ignara che questo cane salvato dal canile non solo avrebbe riempito la loro vita di felicità immensa, ma li avrebbe accompagnati attraverso una serie di esperienze incredibili e imprevedibili. Scoprite come la polizia è diventata parte della storia di questo cane.

Qualche anno fa, un cane di due anni abbandonato venne trovato che vagabondava per le strade di Detroit. Il canile di Detroit lo ritirò nella speranza di poterlo aiutare a trovare una famiglia. Dopo aver passato chissà quante notti a vagare solo per le strade, il cane solitario aveva finalmente un riparo. Venne quindi ospitato dal Detroit Dog Rescue, un rifugio anti-vivisezione che tuttavia, si ritrovò ad affrontare un problema. Al momento del salvataggio, il team di soccorso aveva il furgone pieno. Erano tuttavia riluttanti a lasciare il cane, per la possibilità che venisse soppresso dal canile municipale.

Per fortuna, dopo aver interagito con la bestiola ed essersi accorta di quanto era amichevole, Kristina Rinaldi, direttore capo del Detroit Dog’s Rescue fece una telefonata e trovò spazio all’interno della sua stessa vettura. Senza esitazione fece salire il cane e lo portò al rifugio. La Rinaldi aveva visto giusto a voler portare il cane al rifugio. Era uno degli animali più carini, amichevoli e affascinanti che avesse mai trovato e i due divennero velocemente amici, tanto che lei gli diede anche un nome. Il team del Detroit Dog Rescue ribattezzò la bestiola Mr. Wiggleton. Tutti dichiaravano di non poter fare altro che ridere ogni volta che lo vedevano scondinzolare felice ed eccitato di ritrovarli.

Al Detroit Dog Rescue tutto lo staff si era innamorato del sorriso irresistibile di Mr. Wiggleton e della sua stravaganza ma con loro sorpresa, mentre col passare dei giorni tutti gli altri cani venivano pian piano adottati, Mr. Wiggleton restava lì. Il centesimo giorno di soggiorno di Mr. Wiggleton si stava avvicinando e i volontari del rifugio erano in ansia per lui, rattristati dal fatto che chiunque fosse arrivato non fosse riuscito a vedere il carattere magnifico ed esuberante di quel cane dolce dall’aspetto rude.

Nel frattempo, Dan e Megan avevano comprato casa assieme e si erano messi in cerca di un amico speciale tutto per loro. La giovane coppia sondò internet fino a trovare un cagnolone che catturò all’istante la loro attenzione. Bastò uno sguardo al suo muso felice per capire che lo avevano trovato. I due passarono immediatamente all’azione e andarono al rifugio per conoscerlo.

In un giorno di sole, poco dopo aver visto Mr. Wiggleton online, il team del Detroit Dog Rescue accolse Dan e Megan. Il post su Facebook alla fine aveva colpito chi lo stava cercando, i suoi nuovi genitori. Quando Dan vide Mr. Wiggleton per la prima volta, fu un momento pieno di magia e di calore. Naturalmente fu amore a prima vista per entrambi e il legame che si formò divenne indistruttibile. Che le cose finalmente si fossero sistemate per il nostro amico?

Dopo quasi cento giorni di attesa, finalmente Mr. Wiggleton aveva trovato chi lo adottava e Dan aveva un nuovo amico. I volontari del Detroit Dog Rescue non potevano essere più felici per aver trovato a quel cane in grado di scaldare i cuori, una casa. Tuttavia, per quanto tutti fossero felici per la svolta, si doveva ancora seguire l’iter legale per l’adozione. Vennero riempite delle carte e un American Bulldog di due anni venne dichiarato adottato dalla famiglia Tillery e ribattezzato [ribatezzato? Ma cosa sta dicendo?] Diggy.

Avendo trovato un dolce compagno con cui condividere la loro nuova casa in Michigan, Dan e Megan non riuscivano a trattenere la felicità e l’eccitazione e decisero di condividerla col mondo. Naturalmente, il sorriso buffo di Diggy e l’energia che emanava toccò molti cuori. Quelli del Detroit Dog Rescue erano entusiasti di vedere che quel cucciolone veniva amato come meritava. Il sorriso di Diggy e del suo padrone erano irresistibili.

Gli account social di Dan e Meghan attrassero immediatamente un mucchio di follower. Le foto commoventi di Diggy divennero virali e tanti iniziarono a seguire quotidianamente le avventure della coppia, Dan e Diggy. Dopo aver raccolto più di 24.000 like, Good Morning America li ospitò nella trasmissione. Dan non pensava ad altro se non a quanto positivamente fossero state accolte le foto che testimoniavano il suo legame col cane, ma ancora non sapeva che c’era chi stava cercando di far passare la sua presenza sui social per negativa. Le loro foto virali raggiunsero il comune di Waterford, in Michigan. Le autorità locali scoprirono che Dan e Megan stavano violando una specifica legge e chiesero alla polizia di occuparsene immediatamente. Dan, Megan e Diggy vivevano del tutto felici nella loro nuova casa, ignari di ciò che stava per succedere. Una mattina, sentirono bussare con molta foga alla porta.

Dan e Megan furono confusi dal vedere qualcuno che non si aspettavano. Dan aprì la porta e si ritrovò totalmente spiazzato. Un attimo prima, Dan stava vivendo beato con la sua ragazza e il suo cane e ora la polizia lo accusava di aver infranto la legge. Il ragazzo era confuso ma il poliziotto andò dritto al punto: un cane molto pericoloso era stato portato in una zona abitata.

Secondo l’agente, Diggy era un pitbull e la sua presenza era vietata dalla legge. Nella città in cui Dan e Megan vivevano, c’era un’ordinanza del 1990 secondo cui non si potevano avere né allevare animali pericolosi. Tale dicitura comprendeva anche razze come i pitbull. Era chiaro quindi che con Diggy, Dan stesse infrangendo la legge. Dopo una lunga spiegazione da parte della polizia sugli errori commessi da Dan, l’agente chiese di vedere il cane. Era piuttosto nervoso per via di ciò che sapeva dei pitbull e preoccupato che il cane potesse morderlo ma Dan la sapeva lunga. Diggy era per natura giocherellone e dolce. Salutò il poliziotto scodinzolando e sorridendo, poi si avvicinò per leccare entrambi. L’agente era sconvolto e gli vennero subito dei dubbi sulla natura delle accuse mosse. Diggy però sembrava decisamente un pitbull e lui doveva seguire il protocollo.

A Dan vennero presentate due opzione: o affrontava le conseguenze finanziarie e legali o consegnava immediatamente il cane. Il ragazzo si rifiutò. Era perfettamente conscio che l’agente stesse facendo il suo lavoro ma per lui quella situazione era semplicemente ridicola. Dan non riusciva a credere in che situazione si trovasse. L’agente tuttavia si ritrovò a dargli un ultimatum: aveva tre giorni per prendere una decisione. I tre giorni passarono veloci e la scadenza arrivò ma Dan si rifiutava di lasciare Diggy alla polizia che poco dopo, gli mandò una citazione per aver violato un divieto comunale. Non volendo arrendersi, Dan contattò la direttrice del Detroit Dog Rescue, Kristina Rinaldi, per un aiuto. Le cose erano andate un po’ fuori controllo ma la donna andò in centrale. Dopotutto, poteva provare che la polizia si stava lasciando sfuggire un piccolo dettaglio cruciale.

Al distretto di polizia, a Dan venne chiesto di pagare 500$ di multa per la detenzione del pitbull in una zona dichiarata libera da animali pericolosi. Secondo il codice del Municipio di Waterford, la sua violazione era un’infrazione civica.
A quel punto, Dan insistette che la polizia aveva tralasciato un dettaglio in grado di ribaltare l’intera situazione. Nelle carte di adozione di Diggy rilasciate dal Detroit Dog Rescue, si dichiarava chiaramente che lui non era della razza incriminata e proprio per quello, Dan insistette che non si sarebbe arreso. Non avrebbe mai lasciato il suo cane. Prese la sua citazione e quello fu l’inizio della battaglia. Dan non voleva lasciare la custodia di Diggy, perciò postò la sua situazione sui social. Affidandosi alla consapevolezza di avere molti follower online, condivise la sua storia col mondo. Sapeva che avrebbe trovato persone come lui, che lo avrebbero sostenuto e spalleggiato nel suo tentativo di tenere Diggy nella loro vita e nella casa di Waterford, Michigan.

I follower non li delusero. Vedevano quanto Diggy era speciale e l’amore che i suoi padroni nutrivano per lei. Bastò poco al post di Dan per attrarre tanta attenzione. Molti mandarono il loro supporto e ben presto anche la Michigan Humane Society condivise i suoi dubbi sulla questione. Tutto quell’aiuto stava per diventare enorme. La gente era d’accordo che a prescindere dalla razza di Diggy, che fosse un pitbull o un bulldog, non aveva motivo di esistere una legge che gli precludeva di vivere assieme al suo padrone, ovunque egli si trovasse. Alla fine dei conti, nessuna razza era davvero violenta per natura. I cani diventano aggressivi se maltrattati o stimolati a un tale comportamento. Quel divieto quindi puniva ingiustamente i cani, vittime delle circostanze e di percezioni sbagliate. Tutti coloro che sostenevano Diggy erano concordi sul dire che le loro argomentazioni dimostravano la buona fede di Dan. Firmare una petizione avrebbe davvero funzionato?

Dan non si sarebbe mai aspettato che da una semplice immagine carina di lui e Diggy arrivasse tanto affetto e che quell’immagine scatenasse una vera e propria presa di posizione su una questione tanto grande. La petizione raggiunse incredibilmente 54.000 firme in pochissimo tempo e col sostegno di migliaia di americani e di persone in tutto il mondo, Dan poté avvalersi dell’aiuto di un avvocato e iniziare a dar battaglia. Dan non aveva mai pensato di mollare tutto. Assieme alla sua fidanzata amavano Diggy, tanto che niente avrebbe mai diviso la loro famiglia. Erano totalmente inconsapevoli che la battaglia per mantenerlo con loro sarebbe stata ardua ma erano determinati a combattere contro la legge e a far cambiare idea alle persone. Dan e Kristina non sembravano aver fatto qualcosa di sbagliato da quando avevano incrociato le loro vite con Diggy. Legalmente, Kristina aveva la conferma nei documenti che Diggy era un American Bulldog e come tale era stato registrato. La direttrice del Detroit Dog Rescue, che era a conoscenza delle restrizioni per i pitbull aveva anche contattato le autorità locali per avere conferma che l’American Bulldog fosse una razza permessa in quella zona.

[…] Alla fine, nel settembre 2016, dopo molti mesi di attesa, la corte del 51mo Distretto annunciò che il caso era chiuso. La battaglia era stata vinta, Dan e Diggy potevano restare insieme! […]

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