L’omicidio, nel 1923, di don Giovanni Minzoni

Post (compresa la foto) della pagina Facebook «Italia Unita per la Storia», del 23 agosto 2021. Il titolo è all’originale.

Don Giovanni Minzoni era il parroco di Argenta, in provincia di Ferrara. Sensibile alla dottrina sociale della Chiesa, difese in numerose occasioni i braccianti e gli operai del paese contro le condizioni disumane del lavoro. Sin dal primo momento, si oppose apertamente contro il Fascismo.

L’educazione dei giovani era al centro della sua attività pastorale: promosse l’oratorio, il doposcuola, il teatro, e fu uno dei pionieri dello scoutismo in Italia.

Nel 1923, mentre teneva una conferenza sulla validità educativa dello scoutismo, venne bruscamente interrotto dal segretario del partito fasciata di Argenta, che gli urlò: «A educare i giovani ci pensa già Mussolini!». Nonostante le minacce e il tentativo di boicottaggio, ben 70 ragazzi si iscrissero al gruppo scout di Argenta.

La sera del 23 agosto 1923, mentre rientrava in canonica, don Giovanni fu vittima di un agguato, tesogli da alcuni squadristi fascisti, armati di sassi e bastoni. Don Giovanni venne brutalmente picchiato e ucciso da una bastonata alla nuca, così forte da spezzare le ossa del cranio.

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