9 maggio 2019, c

Tra dolcetti e frutta secca.

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LE MARMOTTE NEI PRESSI DEL RIFUGIO «CITTÀ DI FIUME».

Con gentilezza, il prof. Pordon ha condiviso delle fotografie scattate durante alcune sue gite, da metà maggio 2017 a circa una settimana dopo, sui cari luoghi di «Città di Fiume». In realtà, quanti di noi sanno che nei pressi di quel rifugio è possibile vedere le marmotte? E che esse, quando fanno la guardia, emettono un particolare fischio? E che ci sia in Forada un antico capitello (assai interessante come struttura muraria) dedicato a Sant’Antonio da Padova? Da esso, ci dice il professore, è stata rubata la statuina, ma il 13 giugno 2018, festa del Santo, il pievano di San Vito di Cadore ne ha benedetta una nuova, offerta dai fedeli di Selva.

L’occasione è stata utile per andare a cercare in internet qualcosa sulle marmotte e, anche in questo caso, si può trovare molto, sia come testi, che immagini, che video. Resta sempre utile andare a vedere la scheda di Wikipedia, da cui estraggo questo brano: «[…] Si tratta di un genere di roditori dalle abitudini spesso estreme, in grado di vivere e riprodursi anche in ambienti inospitali come l’alta montagna, dove, ad esempio sulle Alpi, si può trovare la Marmota marmota tra i 1.500 e i 3.000 metri d’altitudine. Durante il letargo la loro temperatura corporea scende da +35° a +5°, il cuore rallenta da 130 a 15 battiti al minuto e la respirazione diviene appena percettibile. Le scorte di grasso corporeo accumulate durante l’estate vengono lentamente consumate e per sei mesi le marmotte dormono profondamente. Si svegliano pochissime volte e soltanto per una temperatura della tana troppo bassa. Sopravvivere all’inverno è comunque molto difficile. È stato evidenziato come la società sia un elemento determinante per la sopravvivenza. Alcuni dati dimostrano che i cuccioli hanno più possibilità di farcela quando vanno in letargo con i genitori e con i fratelli maggiori. Quando invece nella tana mancano il padre e la madre, oppure è scomparso un genitore, nel 70% dei casi la prole non supererà i rigori della stagione fredda […]».

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