DON FLORIANO, Lettera pubblica al card. Gualtiero Bassetti, presidente della «Conferenza Episcopale Italiana»

Jean-Léon Gérôme (1824-1904), The Christian Martyrs’ Last Prayer (1863).

Coi (Val di Zoldo), 17 settembre 2021

Eminenza Reverendissima, nonché signor presidente della «Conferenza Episcopale Italiana»,

buongiorno! Spero abbia dormito bene e non Le abbia fatto male il naso. Non vorrei, infatti, che, assieme ai suoi colleghi Castellucci, Baturi, Raspanti e Russo, il naso continuasse a crescerLe alla maniera di Pinocchio! E, poi, perché diventare analfabeti di ritorno? Mi creda: non ne valeva la pena! Eppure non siete stati capaci di scrivermi una risposta seria o almeno “due righe” alle due mie ultime lettere, segnalate per conoscenza (come questa) pure al nunzio in Italia. Scrivo in forma pubblica, le mie lettere girano sul web, le leggono decine di migliaia di persone, di ogni dove. Buonsenso e prudenza vorrebbero, come minimo, che mi interpellaste in forma privata. Dico cose sbagliate? Avete l’obbligo di bloccarmi. Dico cose giuste? Avete l’obbligo di cambiar linea voi. A e il suo contrario non possono convivere; o i sieri genici sono vaccini ed è moralmente obbligatorio farli o non lo sono. O avete ragione voi, e chi la pensa come voi, o i milioni di Italiani, e di Veneti, di cui mi faccio portavoce.

Nella vita, quando ho combattuto per una causa, ho sempre vinto, seguendo questo metodo: sottopormi alla fatica, a volte non piccola, di studiare bene la questione. Poi, una volta compresa la verità, nessuno mi ha più fermato: né il vescovo, né qualche politico influente, né la paura di essere sospeso dallo stipendio, né i mal di pancia e i batticuore. Ed è così che ho (abbiamo) ottenuto successi di portata nazionale. Due esempi. Il primo: l’approvazione di una legge, mai esistita prima in Italia, a valorizzazione dei beni collettivi; essa ha permesso la ripresa della vita agricola, soprattutto di montagna (è stato notevole scoprire, tra l’altro, gli inattesi collegamenti tra le prassi normative della Sardegna e quelle delle Dolomiti venete). Un secondo successo: la valorizzazione delle culture locali in ambito liturgico o para-liturgico, con particolare riferimento ad Aquileia, il cui ruolo come vescovi italiani sinora avete incredibilmente ignorato, mentre avrebbe potenzialità enormi quale ponte verso le Chiese d’Oriente.

Ora combatto per la verità, nella Chiesa e della Chiesa, contro la colossale menzogna della pandemia, funzionale all’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale. In questa lotta epocale, finora voi vescovi italiani siete stati ai margini. Avete saputo dirci: «Obbedite!», quasi altoparlanti del Governo; e poi? Chiedetelo alla gente; vi dirà che non vi ha sentiti! Scomparsi; avete dato l’impressione di esservi rintanati, paurosi, incapaci di accompagnamento spirituale; Orto degli Ulivi in cui Cristo si è trovato ancora una volta da solo, è apparsa la comunità delle Chiese d’Italia. E questo modo di rapportarvi non è più tornato alla normalità pastorale; è per sbloccarvi da tale paura troppo umana, che questa lettera non sarà l’ultima.

A volte, però, sarebbe preferibile il silenzio ad un parlare tendenzioso. Giorni fa, ad esempio, parlando del Mario Draghi calatoci dall’alto a capo di Governo, vostra Eminenza ha detto: «La Provvidenza l’ha collocato al posto in cui si trova […] è un grande statista non solo dell’Italia ma anche dell’Europa». Insomma, secondo Lei, Draghi sarebbe il novello Mussolini, che, pure, Pio XI aveva definito «uomo della Provvidenza». E Mattarella sarebbe la mano della Provvidenza? Lei crede che Draghi sia un dono del Cielo? Ma a quale cielo guarda Lei, a quello delle banche e dei soldi? È lì, secondo Lei, il paradiso, e Draghi sarebbe il San Pietro, con le chiavi del paradiso, perciò da ingraziarsi e tenersi amico?

Da sacerdote, posso e devo farLe una domanda, cui può ben rispondere (in questo caso) solo in coscienza: «Come riesce a fare la S. Comunione con l’anima macchiata dal peccato di induzione al male e di resistenza al bene? In seminario Le hanno insegnato a “fare il furbo”? A stare dalla parte dei ricchi e dei potenti, fingendo il contrario? È vero che nei seminari se ne vedono tante, ma dovevamo pur sempre imparare solo il bene. E il Suo confessore Le nasconde la verità, facendosi complice e sacrilego?».

Permetta, dunque, una ricetta contro quel mal di naso che, a volte, si apprende già in seminario. Ogni sera, prima di mettersi a letto, legga con sincerità d’animo questo brano del vangelo: «Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire a Dio e a mammona» (Lc 16,13). Sono parole di Gesù Cristo, grande farmacista delle anime, che era molto più di ogni «uomo della Provvidenza». La sua parola opera più di tutti i vaccini (veri e finti), dei gel, delle mascherine, dei green pass e di quant’altro. I veri cattolici ci credono ancora, e voi vescovi?

don Floriano Pellegrini

Jean-Léon Gérôme (1824-1904), Ave Cesare, morituri te salutant (1859), raffigura i gladiatori che salutano Vitellio.

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2 Risposte a “DON FLORIANO, Lettera pubblica al card. Gualtiero Bassetti, presidente della «Conferenza Episcopale Italiana»”

  1. Un grande peccato di superbia!!! Caro don Floriano, non ricordi quello che dice Gesù: “Chi vuol essere il primo, sia l’ultimo”! Forse ti sei fatto un piccolo gruppo di discepoli, rischio molto grave, che non vi sia apertura culturale – di non seguire la grande costruzione del Papa, per il mondo di oggi una serie d’iniziative e impegni concreti e l’economia di Francesco, fratelli tutti, et c. ribadisce molte volte che lo Spirito Santo vuole andare verso tutti, proprio tutti. Un abbraccio fraterno. Corrado

    1. Gentile signor Stefanini, mi sorprende che una persona normale, come devo ritenere che Lei sia, sia nello stesso tempo capace di dire tante stupidaggini come quelle che sono contenute in questo Suo commento, che pubblico per onestà e per mostrare alle migliaia di lettori del blog a quale degenerazione mentale possa condurre l’ideologia massonica oggi diffusasi nella Chiesa, non certo per opera dello Spirito Santo ma per colpa di chi in quello Spirito Santo probabilmente non crede affatto.

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