Mi sono chiesto varie volte chi fossero i bravi, di cui ho sentito parlare la prima volta leggendo «I Promessi Sposi» di Alessandro Manzoni. Ecco la risposta: erano persone che avevano precedenti penali e si mettevano sotto la protezione di qualche signorotto, in poco odore di santità, per evitare le pene alle quali erano stati condannati. In tal modo si sentivano degli impunibili e anche il loro protettore si riteneva esentato dall’osservare la legge. Come a dire che il diritto stava – secondo loro – nella spada, la giustizia nella prepotenza. Ma – diciamoci la verità – la cosiddetta democrazia attuale attuale è tutt’altro che svincolata da questo concetto aberrante di giustizia nei rapporti vicendevoli e sociali.
Sembrerà strano, ma quest’immagine del tempo della dittatura sovietica mi fa tornare alla mente certe restrizioni (chiamiamole così, eufemisticamente) del tempo del seminario. Di quando c’era il telefono a gettoni e qualcuno di noi alunni poteva telefonare più o meno liberamente, mentre per altri valeva la regola del non superare tot numero di scatti. Riferendosi ad un quadro di papa Gregorio XVI, raffigurato in atto di benedire e quindi con tre dita allargate, si voleva far credere obbligatorio il non superare i tre scatti; ma con tre scatti si riusciva sì e no a dire: «Ciao» e poco altro.
Serio, serissimo l’argomento toccato da questa fotografia e dalle due seguenti. Non si dica che si fa quanto basta per proteggere la vita sulla Terra!
Ormai la diffusione del preservativo nei rapporti sessuali o, meglio, genitali, è divenuta un fatto pacifico, incontestabile, una «acquisizione culturale». Come si vede da questo, esistono persino delle distribuzioni gratuite. Ho visto delle confezioni per sportivi così composte: maglietta, mutandine, pantaloncini, eventualmente calzini e scarpette, e condom.
Quattro scene di innamoramento.