La tragedia del Titanic

Ricavandolo da: https://www.graduatez.com/view/inside-of-the-real-titanic-it-gz/?page=1 , presento l’articolo fotografico dal titolo: «Foto rare del Titanic». L’articolo è di Nancy Truman, del 22 gennaio 2019. All’originale, esso reca questa introduzione: «La maggior parte delle persone conosce la tragedia del Titanic, la nave inaffondabile che andò in collisione contro un iceberg finendo per colare a picco agli inizi del XX° secolo. Il film del 1997 di James Cameron, “Titanic” ha giocato un ruolo importante nel rendere popolare la storia, eppure poche persone sanno veramente com’era la nave agli inizi del 1900 dopo la costruzione e un volta trovato il relitto nel 1985».

La Royal Mail Ship (RMS) Titanic fu ufficialmente varata il 31 maggio 1911 dalla White Star, una compagnia marittima britannica. Era stata costruita come risposta ai transatlantici della concorrenza che stavano battendo i record della White Star per velocità e tonnellaggio.

Il relitto dell’RMS Titanic fu scoperto nel 1985 da Robert Ballard. Anni prima, erano state fatte numerose spedizioni infruttuose. La scoperta fu possibile grazie ad Argo, una videocamera sommergibile che poteva essere controllata da lontano.

Grazie ad Argo, venne ritrovata anche una delle eliche del lato a dritta. Le eliche laterali del Titanic erano larghe 7 metri mentre quelle centrali erano meno di 5 metri.

Un’immagine del Titanic, scattata verso la fine della costruzione, cattura la possanza della nave e delle eliche. La nave era lunga 270 metri, il che la rendeva più alta di qualsiasi edificio dell’epoca.

Sul Titanic s’imbarcarono vari passeggeri inclusa una coppia di neo-sposi, Mr. & Mrs. George A. Harder, in viaggio di nozze. La donna sopravvisse al naufragio mentre il marito, sfortunatamente, morì. Bernie Palmer, un fotografo che catturò vari momenti dei passeggeri, vendette i diritti delle sue foto a $ 10. Se ne avesse intuito il valore negli anni a venire, probabilmente avrebbe chiesto di più.

Quando il Titanic e la sua gemella, l’Olympic, vennero costruite, erano le navi più grandi mai create, tanto che non esisteva scalo di alaggio che potesse ospitarle. Per proseguire quindi con la costruzione, la compagnia marittima dovette prima costruirne uno gigante che riuscisse a contenere il cantiere. Lo scalo era conosciuto come la “Grande Gru” e costò circa $ 150,000.

Il timone è una sorta di ala verticale nella poppa della nave, usato per condurla quando è in movimento. Il timone dell’RMS Titanic era imponente e pensava oltre 9 tonnellate.

II Titanic risaltava in porto a fianco di tutte le altre navi. Spostare quella struttura gigante dalla terra ferma all’acqua fu un processo estremamente gravoso e complesso. Ci vollero 23 tonnellate di lubrificanti vari, compreso olio minerale, sapone e grasso, per un lavoro di soli 62 secondi.

Il Titanic lasciò Belfast con l’aiuto di cinque rimorchiatori per poter uscire dal porto. Quest’immagine è stata scattata durante una prova in acqua, ossia durante una fase del test alla fine della costruzione.

C’erano circa 700 membri dell’equipaggio sul Titanic. Edward J. Smith, l’uomo con la barba bianca al centro della prima fila, era il capitano. Si dice che il viaggio inaugurale del Titanic fosse la sua ultima traversata prima del ritiro. Gli altri uomini ritratti sono ufficiali e ingegneri compreso l’ingegnere capo.

Edward John Smith era l’ufficiale di comando della White Star, oltre che capitano dell’RMS Titanic. Esistono vari resoconti delle sue ultime parole oltre che delle sue azioni, ma tutto suggerisce che il suo comportamento sia stato assolutamente eroico. Alcuni incolparono proprio il capitano Smith per l’incidente, suggerendo che fosse stato lui a stabilire la velocità in mezzo al ghiaccio. Tuttavia, venne esonerato dai posteri, dato che la manovra era considerata comune all’epoca.

Innumerevoli sopravvissuti hanno affermato, nelle loro lettere, che il capitano aveva bevuto prima dell’incidente. Nella foto: una lettera scritta da un sopravvissuto a bordo della nave di salvataggio Carpathia, venduta all’asta nel 2012.

La causa del naufragio del Titanic fu un iceberg. L’iceberg squarciò un lato del transatlantico, bucando tutte e cinque le camere stagne che avrebbero dovuto tenerlo a galla.

Il ponte Promenade era collocato direttamente sotto quello superiore. Era destinato a un uso generico ma vi si affacciavano quattro cabine che disponevano di circa 15 metri di passeggiata privata. Le cabine più costose della nave erano le «Parole Suites». Di queste, quella più costosa in assoluto richiedeva $ 4.000 nel 1912, l’equivalente di circa $ 100.000 odierni.

Questa probabilmente era una delle 350 cabine singole standard di prima classe. C’erano, inoltre, 39 suite, ciascuna con bagno privato. Alcune suite comprendevano anche una cabina armadio ed erano lussuosamente decorate in stile francese.

Il Titanic era rifornito di 6000 tonnellate di carbone, per il viaggio inaugurale. Ne bruciava 690 tonnellate al giorno, grazie a operai che facevano turni continui, giorno e notte, per spalare il carbone nei bruciatori.

La sala comunicazioni era gestita dalla Compagnia Marconi. Gli operatori a bordo del Titanic erano in effetti impiegati della Marconi e non membri dell’equipaggio

Il Titanic era dotato di 20 scialuppe di salvataggio per ponte, con una capienza massima di 1200 persone. Sebbene fosse un numero ben più alto di quelli dell’epoca, corrispondeva comunque a meno della metà del numero totale di persone a bordo – 2500 fra passeggeri e personale.

Più di 700 persone vennero tratte in salvo da una nave di linea di nome Carpathia. Ce l’avevano fatta, restando all’addiaccio in mezzo all’oceano, ed erano sotto stress e in ipotermia. Una volta presi a bordo, i membri del Carpathia diedero loro abiti caldi.

Esistono molte fotografie che ritraggono i passeggeri del Titanic sulle scialuppe. Tuttavia, è triste ricordare che tali scialuppe non vennero mai completamente riempite perché i membri dell’equipaggio temevano che non reggessero il peso. Il risultato fu che molte scialuppe vennero calate mezze vuote. Una aveva meno della metà della sua capacità – 65 persone – un’altra solo 12.

Il Carpathia aveva risposto al segnale di emergenza lanciato dal Titanic ed era accorso per salvare i passeggeri ma del 2500 presenti, solo 700 riuscirono a farcela.

Chi riuscì a salire sulle scialuppe rimase circa due ore al gelo prima dell’arrivo del Carpathia. Come già menzionato, molte delle scialuppe erano mezze vuote. Ci sarebbe stato posto per molti altri passeggeri.

Una volta che i passeggeri arrivarono sani e salvi al Molo 54 di New York City, tutte le scialuppe vennero abbandonate vuote. Questo molo apparteneva alla White Star, la linea marittima che aveva costruito il Titanic.

Sul Titanic erano presenti svariate forme di intrattenimento lussuoso, come una piscina, un campo da squash, un bagno turco e una palestra. Il Titanic e la nave gemella, l’Olympic, erano i primi transatlantici ad avere una piscina a bordo.

Vi siete mai chiesti cosa successe all’iceberg che causò l’affondamento del Titanic? Rimase lì dov’era, praticamente intonso, ad esclusione di un paio di segni neri lascianti dalla vernice della chiglia. Molti ritengono che se il Titanic avesse colliso con la parte frontale dell’iceberg invece che di lato, non sarebbe affondato.

Una delle parti più belle del Titanic era lo scalone, replicato anche nel famoso film di Jame Cameron. L’Olympic ne aveva uno praticamente identico. Le uniche immagini esistenti dello scalone sono quelle dell’Olympic. Di quelle del Titanic non ce ne sono.

Esistono, invece, immagini di quel che resta dello scalone dopo l’affondamento. Purtroppo non molto, a dire il vero. Nel film di Cameron, la scala si spezza e viene portata via dall’acqua. Si ritiene che in effetti sia ciò che è successo anche in realtà.

Il primo oggetto del Titanic rinvenuto durante la spedizione di Robert Ballard nel 1985 fu un grosso boiler. Ballard lo mise a paragone con le foto della nave del 1911 per scoprire che in effetti apparteneva al Titanic. Il giorno dopo, Ballard usò la videocamera sommergibile Argo per l’ennesima volta e scoprì una parte più ampia del relitto.

Venne scoperta anche la poppa della nave o almeno, quel che ne restava. Fino a che non venne trovato il relitto, molti studiosi non credevano che lo scafo si fosse spezzato a metà prima di affondare. Una volta scoperta la poppa e il timone a circa un miglio di distanza, quell’ipotesi venne confermata.

In quanto passeggero di prima classe, il capitano Edward Smith aveva una sistemazione lussuosa. E’ stata trovata una vasca da bagno di porcellana appartenente alla sua stanza, ancora intatta e coperta di cirripedi.

Il Titanic venne costruito nello scalo di alaggio «Grande Gru». Lo scalo si trovava nel cantiere della Harland & Wolff e ci lavorarono oltre 11.000 operai per completare il progetto.

Alla scoperta del relitto, una delle tre àncore era ancora nel suo alloggiamento. Il Titanic era dotato di tre àncore del peso di circa 10 tonnellate l’una.

Si pensa che il personaggio di Jack Dawson sia ispirato a Emilio Portaluppi, che s’imbarcò sul Titanic con un biglietto di seconda classe. In realtà, avrebbe dovuto essere su un’altra nave. Era stato invitato dalla famiglia benestante degli Astor. Si pensa che l’uomo fosse innamorato di Madeleine Astor.

Impossibile menzionare il vero Jack senza citare la vera Rose. Madeleine Talmage Astor era la moglie di John Jacob Astor IV, un magnate degli affari. Per quanto si pensi che sia stata lei a ispirare il personaggio di Rose del film Titanic, nessuno ipotizzò mai di una sua relazione con Emilio Portaluppi.

John Jacob Astor IV fu l’uomo più facoltoso che morì nell’affondamento del Titanic. Agli inizi del 1900 era uno degli uomini più ricchi del mondo. John Astor e la moglie si imbarcarono sul Titanic perché Madeleine era incinta e insisteva di voler far nascere il figlio negli Stati Uniti.

Dopo l’incidente molti quotidiani iniziarono a pubblicare storie sul Titanic. Alcuni menzionarono le persone scomparse, come gli Astor. All’epoca della sua morte, il patrimonio di John Astor IV era di $87 milioni, l’equivalente circa di 2,16 miliardi di dollari odierni. Paragonato ai più ricchi dell’epoca moderna, Astor non sarebbe nemmeno nella top ten!

Un’immagine del menù del 14 aprile 1912 mostra quali prelibatezza fossero disponibili a bordo del Titanic. I pasti comprendevano un quantitativo spropositato di carni, pesci, finger food e altre specialità.

Ecco una fantastica immagine della prua scattata durante una nuova missione al relitto, quasi 20 anni dopo il ritrovamento. Il National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) lanciò la missione per poter studiare il deterioramento della nave.

Il numero dei passeggeri di prima classe era ristretto ad alcuni dei membri più importanti dell’equipaggio e a uno ancor più esiguo di famiglie benestanti. La maggioranza dei passeggeri appartenenti all’élite era membro delle casate Astor e Allison, che naturalmente non viaggiavano mai senza cameriere, infermiere e valletti.

Dopo aver sentito la notizia, molti parenti e amici dei passeggeri del Titanic si riunirono al Molo 54 di New York e attesero l’arrivo dei sopravvissuti. Naturalmente, vennero scattate molte fotografie. Quelli che vedete sorridere, probabilmente sapevano che gli amici o i famigliari erano riusciti a scampare al disastro.

UN PICCOLO COMMENTO

Sono stato attratto da quest’articolo e, con l’occasione, ho avuto modo di visionare parecchie fotografie che non avevo mai visto in vita. Per quanto potessi immaginarmelo, sono rimasto colpito dalla grande impressione che il disastro del Titanic continua a suscitare. E’ stata veramente una tragedia entrata a far parte della memoria collettiva mondiale, motivo di prolungate e giuste riflessioni, sia tecniche come – e ancor più – spirituali.

Come sacerdote anch’io sono scosso al pensiero di tante vite innocenti, e spesso bambini, sottoposte ad oltre due ore di così tremenda paura, per poi finire inghiottite dalle acque dell’oceano, con una morte che non voglio neppure immaginare.

Non posso impedire a me stesso di chiedermi perché Dio permetta che accadano fatti simili, standosene nel suo paradiso indisturbato, e secondo alcuni persino nella parte dell’offeso e dell’arrabbiato per la superbia delle sue creature umane; come può Colui che è infinito in grandezza impermalosirsi così tanto per delle ombre di superbia, sia pur grandi, nel cuore dell’uomo? E, dunque, questa (del suo castigo) non è una risposta seria.

Si ricorre perciò al concetto di caso, come se tra Dio e noi ci fosse uno spazio neutro, nel quale né Lui né noi potessimo aver forza di entrare e decidere, a nostro pro o per subire ciò che ci sarà avverso. Ora, logica vuole che questo spazio definito caos o fortuna cieca non esista, dal momento che si ammette l’esistenza di leggi di natura universali; aboliamo, altrimenti, la certezza in tali leggi universali, se vogliamo credere in uno spazio di caos!

È, dunque – ci chiediamo per terzo – la natura questo spazio tra noi e Dio? E’ essa la responsabile del nostro bene e del nostro male? Sia pure, lo ammettiamo per ipotesi; ma l’ipotesi e la risposta non saranno complete senza chiederci, subito dopo, se questa natura sia cieca o intelligente, se diretta da Dio o no. E siamo da capo…

Come credente in un Dio padre, riaffermo la mia fiducia in Lui, pur con questi grandi interrogativi; la mia fiducia nella sua intelligenza e provvidenza mi fa credere, avere fede, in Lui, nonostante queste angosciose domande, sulle quali, senza toglierle, tale fiduciosa fede sa persino riverberare una luce, che mi fa dire: «Un giorno capirò». Trovo assurdo, infatti, non porsi le domande, non cercare la verità delle cose. Trovo altrettanto assurdo dare risposte escludenti, del tipo: “No, Dio non c’è; se ci fosse, cose del genere non accadrebbero mai”. Trovo più ragionevole dire: “Non so rispondere, ora come ora, ma chi ha detto che un domani non avrò tale risposta?”.

Ne va del senso e del gusto stesso del vivere, perché la vita non si trasformi, crudelmente, da un canto di gioia in un grido infinito di fronte a tenebre infinite, senza che alcuno, da quelle tenebre, ci possa o ci voglia mai rispondere. Il silenzio sarebbe il grande muro di fronte al quale la ragione umana dovrebbe arrendersi. Continuiamo a non permettere che si formi tale silenzio in noi, nel non voler cercare più la verità, prima di credere che tale silenzio esista oggettivamente attorno a noi, come in parte è, ma che pur è silenzio che si arrende alla parola quando viene sottoposto a giuste domande.

Nella vicenda stessa del Titanic trovo stimolo a pensare che l’atteggiamento umano migliore sia questo, che sto proponendo. Sto pensando a quelle persone eroiche e veramente Umane, campioni in umanità, che preferirono la salvezza altrui alla propria. Esse avevano la certezza che la vita, sia pur sottoposta a prove così estreme, merita di continuare, e in qualche modo chiedevano a quei beneficiati di farlo e di vivere anche per loro. Di fronte alla soluzione facile e istintiva del lasciarsi andare senza combattere, avevano iniziato e vinto in sé il combattimento più grande: quello della donazione di sé, nei momenti tragici in cui la vita stava per essere strappata loro. Le loro mani, la loro mente, il loro cuore, il loro coraggio, le loro energiche volontà parlavano di vita ed io trovo, onestamente (lo dico a me stesso, non a voi che mi state leggendo), che il loro esempio sia un motivo sufficiente per fare altrettanto, imitandole, sia pure in situazioni quotidiane che definiamo normali, come pure in quelle più difficili, che ogni tanto capitano, e ancor più in quelle tragiche che ci hanno visto o ci vedessero coinvolti. I loro grandi esempi vivano e rivivano in noi!

Segnalo, infine, tra altri ben fatti, il seguente video:

***