A Coi il 17 febbraio 2021

Al pomeriggio, da poco dopo le ore 14, ho fatto una piccola passeggiata fino alla casa paterna, scendendo lungo via Sora I Sélva.

Accanto alla panca, semi sommersa, neve e neve…
L’ingresso agli appartamenti di casa Rizzardini Sélva è consentito solo da uno strettissimo passaggio nella neve
Su questo muro, poco sopra la piazza, si vede benissimo l’altezza della neve caduta
Si osservi che dove c’è tutta questa neve, il terreno è in pendenza, vi sono infatti gli orti degli Ogiòin; da quanta neve vi è stata trasportata e accumulata, pur di liberare le strade, sembra che il terreno vada avanti piano
La strada, completamente ricavata nella neve, per salire alla casa di Pietro Rizzardini
Dove batte maggiormente il sole, comincia ad apparire qualche chiazza di grigio-verde
Il carico della neve sopra la legna rimasta all’esterno del nostro fienile
Approssimandomi alla casa paterna, in questa splendida giornata, di anticipata primavera
La porta d’ingresso al fienile, che fa anche da legnaia. Per poter prendere la legna, necessaria per scaldarsi, è stato pure necessario scavare nella neve quanto bastava per aprire almeno una porta
La gradinata per scendere alla stalla, tutta ricavata nella neve; sempre sperando non nevichi più, anche se è troppo presto e ci saranno ancora delle belle nevicate: peccato!
La neve è molto più alta della palizzata
Per entrare in casa, dalla strada, è stato scavato un corridoio nella neve
Dal portone di casa, ecco come si vede il tabià dei Rizzardini Ogiòin e il tabià-casa del prof. Francesco Conconi
Il bastone artigianale, ammirevole nella sua semplicità, di Alfredo Rizzardini e Marcella Pellegrini, le uniche due persone rimaste in casa
La bandiera della Serenissima, vista dalla cucina
Autoscatto, in pieno sole

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