GIACOSA, Ad Asti il vescovo impone, vergognosamente, il green pass a preti, catechisti e animatori

Marco Prastano, vescovo di Asti, in chiesa con la mascherina. Che pena mi fa questo monsignorino, purtroppo diventato vescovo!

Articolo di Mariachiara Giacosa, del 27 settembre 2021 (di ieri), tratto da: https://torino.repubblica.it/cronaca/2021/09/27/news/green_pass_obbligatorio_per_preti_catechisti_animatori_il_decreto_del_vescovo_di_asti-319702520/ . Il titolo all’originale dice: «Green Pass obbligatorio per preti, catechisti, animatori: il decreto del vescovo di Asti», il sottotitolo: «Monsignor Prastano: “No alle polemiche, ma a scuola i ragazzi trovano insegnanti vaccinati: perché al catechismo dovrebbe essere diverso?”». E, se gli altri sbagliano, dobbiamo sbagliare anche noi? Che ragionamento del bigolo, fa questo monsignorino, purtroppo diventato vescovo!!

La diocesi di Asti vuole il green pass [all’originale al maiuscolo: pazzesco!] per chi partecipa al servizio liturgico o svolge attività all’interno della comunità ecclesiastica. Preti, vescovo, catechisti, ministri della comunione, cantori, chi si occupa dell’accoglienza in chiesa, in base al decreto firmato dal vescovo di Asti, Marco Prastano, deve avere ricevuto la prima dose da almeno 14 giorni, essere guarito dal Covid da meno di 180 o aver fatto un tampone negativo nei due giorni precedenti. Di fatto deve avere il green pass, anche se formalmente il certificato non sarà richiesto, ma basterà un impegno scritto.

La decisione, si legge nel testo distribuito nelle parrocchie, nasce «dal desiderio di tutelare il più possibile la salute e creare un clima di serenità in tutti coloro che partecipano alle celebrazioni liturgiche, pastorali ed educative della Diocesi». La ratio in effetti è semplice: «I ragazzi vanno a scuola e lì trovano insegnanti vaccinati: perché al catechismo dovrebbe essere diverso?», domanda il vescovo Prastano che non intende aprire alcuna discussione con i no vax, nonostante nel testo sia citato l’appello di papa Francesco a vaccinarsi con questa motivazione: «Contribuire a far sì che le maggior parte della gente si vaccini è un atto d’amore, per sé stessi, per famigliari e amici e per tutti i popoli».

Le indicazioni coinvolgono: i preti durante la visita dei malati, la conduzione degli incontri di catechismo e la partecipazione ad attività didattiche ed educative all’interno delle parrocchie; accoliti e ministri della Comunione, operatori liturgici, cantori, coristi e incaricati dell’accoglienza, catechisti, animatori, insegnanti del doposcuola e delle scuole di italiano per stranieri, operatori maggiorenni delle attività didattiche ed educative gestiti dalle parrocchie. Il provvedimento non riguarda i fedeli che partecipano alla messa, che dovranno però continuare a osservare le linee guida già valide per le celebrazioni: mascherina, distanziamento, igienizzazione delle mani.

«Il nostro decreto è un tentativo di dare un segnale rispetto ai dubbi delle persone che in effetti chiedono se chi dà la Comunione sia vaccinato, se lo sia chi fa catechismo. Questo è un periodo molto complicato e abbiamo cercato il modo per garantire, anche nei nostri ambienti, un clima il più possibile sereno», spiega ancora il vescovo. Quella di Asti non è la prima diocesi che si muove in questa direzione. Apripista era stata Milano, ed è stata la CEI a dare indicazione a tutti i vescovi a sollecitare i fedeli a vaccinarsi.

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