La tragedia di Alireza Fazeli-Monfared, vittima innocente dell’omofobia

Post di Lorenzo Tosa, dell’11 maggio c.a., pubblicato sulla sua pagina Facebook.

Si chiamava Alireza Fazeli-Monfared, aveva 20 anni. Sognava di fuggire dall’Iran e dalla sua famiglia, che aveva appena scoperto la sua omosessualità. Aveva programmato di fuggire in Turchia, dove avrebbe raggiunto il suo fidanzato, e sfuggire così alle persecuzioni della sua famiglia. Ma a quell’appuntamento non è mai arrivato. Alireza è stato raggiunto dal fratellastro e dai cugini che – stando a quanto riporta la BBC – lo hanno brutalmente assassinato e decapitato, in quella che, nella loro follia, è una sorta di «delitto d’onore», per vendicare l’affronto subìto.

Dopodiché, la famiglia ha letteralmente scaricato il suo corpo sotto un albero fuori città, come se non fosse neanche un essere umano ma un rifiuto di cui liberarsi.

È solo l’ultimo episodio di una lunga serie di barbarie ai danni della comunità Lgbtq in Iran, dove l’omosessualità è punita con la pena di morte. E, dove non arriva lo Stato, arriva direttamente la famiglia.

Non ci sono parole per commentare un abominio del genere, non ci sono termini adatti per raccontare la storia di Alireza, i suoi 20 anni, il suo sogno di fuga, la sua speranza di felicità, la sua morte agghiacciante. C’è solo una cosa da fare: combattere ovunque, a ogni livello internazionale, in suo nome perché altri, un giorno, possano avere i diritti, la libertà, la vita che a lui sono stati strappati senza pietà. Che orrore senza fine. Riposa in pace, Alireza; un fiore.

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Articolo dell’11 maggio, link: https://www.nextquotidiano.it/alireza-fazeli-monfared-il-ventenne-iraniano-decapitato-dal-fratello-perche-omosessuale/?fbclid=IwAR0LQ-OfVKZEPxUvDBC0VGW7b9VqJ7rMsNN54xShMm2HhyM9tPrT7MBiV0s

Si chiamava Alireza Fazeli-Monfared, era iraniano, e aveva 20 anni. È stato decapitato dal suo stesso sangue, perché omosessuale. È stato ucciso dal fratello e dai cugini, che si son sentiti disonorati. Perché Alireza era stato esonerato dal servizio militare in Iran a causa di «depravazioni sessuali», e loro lo erano venuti a sapere. A raccontare la sua storia sono stati IranWire e la Bbc Persia: la famiglia del ventenne avrebbe scoperto per caso che il figlio fosse omosessuale, perché avrebbe trovato il foglio con cui Alireza era stato esonerato dal servizio.

Non si sa se lui si sia accorto che la famiglia ormai sapeva, quello che si sa – lo dice la BBC sostenendo di avere dei suoi audio in cui lo ammetteva – è che Alireza negli ultimi giorni avesse paura della sua stessa famiglia, e che da quella casa volesse scappare. Per andare dove? In Turchia, dal fidanzato. Ma non ha fatto in tempo. Perché il 4 maggio il fratello lo ha fatto salire in auto, dicendogli che dovesse incontrare il padre. Poi però al posto di portarlo da lui, si è incontrato con i cugini e hanno deciso di ammazzarlo con una sorta di rito da delitto d’onore, decapitandolo. Perché in Iran questo è consentito: l’omosessualità in quella parte del mondo è punibile con la morte.

Lo abbiamo detto, Alireza aveva paura. E a confidarlo a IranWire è stato il suo migliore amico Aghil Abyat: «Martedì, alle ore 19, Alireza ha avuto una conversazione telefonica con sua madre, per l’ultima volta. A quel punto il suo fratellastro, con il pretesto che suo padre voleva vederlo, lo ha fatto salire in macchina e portato fuori città. Non ci sono state più sue notizie fino a mercoledì scorso, quando il fratellastro di Alireza ha chiamato sua madre e le ha detto di averlo finito». La madre, ora, è stata ricoverata in ospedale ed è sono schock.

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