Quel prete che, tradendo il suo sacerdozio, si fa promotore della campagna vaccinale

Mons. Luigi Del Favero

Purtroppo è accaduto! Anche in diocesi di Belluno sono venuti a galla preti che, per come vedo io le cose (e sono certo di essere nel giusto), dovrebbero essere immediatamente rimossi dal sacerdozio o, come si dice in termini tecnici di legislazione canonica, sospesi a divinis.

Uno di essi è il ben noto don, anzi monsignor Luigi Del Favero, che ebbi l’avventura di avere come insegnante di morale in seminario; che è stato e forse ancora è la voce della religiosità pietosa del (sedicente) settimanale diocesano «L’Amico del Popolo»; che è stato incaricato di tante cose e non si sa cosa abbia realmente concluso; che è stato pur amato in qualche parrocchia (non riesco a capirne il motivo, ma, insomma, qualcuno l’ha apprezzato); che era stava promosso a vicario generale, chiaramente per il suo esplicito signorsì, e ora se ne sta in Comelico ad aspettare il giudizio di Dio, cercando di far qualcosa di bene.

Glielo auguro; ma, se ha intenzioni positive e sacerdotali, perché si mette poi a difendere, e persino raccomandare, le pseudo vaccinazioni? Non sa spiegarlo nel merito, si arrampica sugli specchi dell’autorità che ordina di dir così; ma è proprio lui, insegnante di morale in seminario, ad aver dimenticato che l’aborto è un delitto gravissimo, tanto che comporta la scomunica? Ha bisogno di qualche esame di riparazione, con noi studenti ad insegnargli la differenza tra bene e male, tra morale e immorale? O, pur di stare dalla parte del potere, è disposto a rimangiarsi le verità cristiane di fondo?

Il suo sguardo mi inquieta, il suo modo di ragionare mi fa pensare che abbia qualche disturbo dentro; spero di sbagliarmi; ma eventualmente, qualora l’abbia perso, ci sono dei reparti in cui potrebbe essere aiutato a recuperare il suo equilibrio. A meno che non abbia bisogno di un esorcista, di quelli potenti; forse non ce n’è bisogno, ma lo scandalo che m’ha recato, e non è la prima volta, con certe sue frasi, è talmente grave che me lo sono chiesto. Quanta pena, comunque, vedere un confratello ridursi a parlar così e diventare causa di scandalo pubblico così grave che, se andava in giro nudo, non sarebbe stato peggio!

don Floriano Pellegrini

TONON, L’appello (insolito) del parroco a vaccinarsi: «È una creatura di dio [al minuscolo?]».

Articolo di Andrea Rossi Tonon, del 15 luglio 2021, tratto da: https://corrieredelveneto.corriere.it/belluno/cronaca/21_luglio_15/belluno-l-appello-insolito-parroco-vaccinarsi-creatura-dio-a1ca9194-e559-11eb-aad0-f10b6becac96.shtml – Il titolo e la foto sono all’originale. Il sottotitolo dice: «A scriverlo è stato monsignor Luigi Del Favero nel nuovo foglio parrocchiale distribuito nelle chiese del Comelico Superiore, a Candide, Dosoledo e Padola». Ascoltate quante baggianate dice!

«Chi ha fiducia nel Creatore ha fiducia anche nelle sue creature. In questo caso sono i medici, gli scienziati, che Egli ha illuminato, e pure un vaccino è, in certo modo, creatura di dio». Poche righe ma cariche di significato. A scriverle nel nuovo foglio parrocchiale distribuito nelle chiese del Comelico Superiore, a Candide, Dosoledo e Padola, è monsignor Luigi Del Favero. La sua riflessione insieme annulla la contrapposizione tra scienza e fede e al tempo stesso rappresenta un appello alla vaccinazione. Un gesto quest’ultimo che, secondo il parroco, racchiude un profondo senso cristiano.

Appello alla responsabilità .«Il mio è un appello alla responsabilità, al prendersi cura di se stessi per prendersi così cura degli altri», spiega monsignor Del Favero. Nel Comelico il virus ha colpito duramente e il parroco ha toccato con mano il dolore delle persone. «La prima ondata non ha lasciato grandi segni ma la seconda ci ha travolti – dice -. Molte persone hanno sofferto, abbiamo avuto tanti malati e un certo numero di morti. A ciò si aggiunge il disagio condiviso da tutti perché zona turistica».

Dovere morale. «Il Papa ha detto che vaccinarsi è un dovere morale – riprende nel foglio parrocchiale monsignor Del Favero – e il nostro vescovo, in data 7 luglio, ha scritto ai parroci invitandoli ad adoperarsi per le vaccinazioni [anche lui? N.d.R.]. I pastori della Chiesa non hanno titolo per giudicare chi non vuole vaccinarsi, tanto meno chi non può vaccinarsi per motivi medici. Devono invece dire che tirare in ballo motivi di fede è fuori posto. Ricordiamo: se sto andando in automobile e dico: “Non mi preoccupo se ho le gomme lisce o i freni consumati, perché il Signore mi protegge lo stesso”, manco di responsabilità verso me stesso e gli altri. Può valere anche per i vaccini». Un messaggio diretto a chi invita in qualche modo a rifiutare il vaccino affidandosi a dio. «Dietro questo messaggio – spiega il parroco – può nascondersi la medesima tentazione di mettere alla prova il Signore e così si rischia di commettere il peccato di tentare dio». Naturalmente monsignor Del Favero il vaccino l’ha fatto, «per scrupolo» dice. «Non avrei mai voluto essere il veicolo del virus – spiega ancora -. Io ho 74 anni e appena la mia classe di età è stata chiamata a vaccinarsi, ci sono andato. Mi è sembrata la cosa più naturale dovendo girare e avendo contatti con molte persone».

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Una risposta a “Quel prete che, tradendo il suo sacerdozio, si fa promotore della campagna vaccinale”

  1. “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Lc. 23,33-34). Furono le parole pronunciate da Gesù nell’ora più buia della storia, quando a morire non era Dio, ma una umanità divorata da bocche fameliche di cattiveria.… perché non sanno quello che fanno” .. come non sanno quello che fanno quanti fanno della cattiveria, il loro sistema di pensiero che si struttura in scelte anche politiche che generano, in maniera studiata, dolore, ingiustizia, morte. Essi rendono vano il sacrificio di Cristo. Il discorso qui è diverso: essi sanno benissimo ciò che fanno e quindi come si fa a perdonare quei preti che accettano di collaborare al progetto di distruzione dell’umanità , mettendosi agli ordini dei massoni seguaci di Satana? A cominciare dal generale di Satana, Bergoglio.

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