Visita alla chiesa di Damos di Cadore

Il 9 ottobre scorso, il prof. Roberto Menardi e la sig.a Mary De Meio mi hanno gentilmente accompagnato a visitare la storica chiesetta di Damòs, in territorio comunale di Valle di Cadore ma succursale della parrocchia di Tai, in comune di  Pieve di Cadore. Nella visita abbiamo avuto la fortuna di essere accompagnati dal custode, sig. Renzo Zangrando, autore del grande cartello posizionato ai piedi del dosso su cui sorge la chiesa, ricco di utili informazioni.

Dice, infatti: «Damos. Chiesa di S. Andrea [apostolo] e S. Giovanni [Battista]. Altitudine: 750 m. / Le prime notizie risalgono al 1348. In origine era un piccolo tempietto, forse dedicato alla protezione dei boscaioli impegnati via terra nel trasporto del legname (antenne), che non poteva fluitare nei sottostanti fiumi Piave e Boite. / La navata, il campanile e la sagrestia risalgono alla fine del 1500. / È stata curata direttamente dalle famiglie abitanti a Damos e Sacco (Da Damos, Rizzardi, Biancolini). È sempre stata sotto la giurisdizione della chiesa di Pieve, fino al passaggio alla parrocchia di Tai. / Al 15 dicembre 1762 risale l’autorizzazione per la costruzione del cimitero. / Dopo lunghi anni di declino, dovuto allo spopolamento di Damos, nel 1972 si procedette ad un restauro conservativo, con il rifacimento della copertura in scandole. / Nel 1991-92 venne restaurato l’affresco posto sulla parete di fondo dell’abside, databile alla metà del 1300, raffigurante una “Crocifissione di Cristo tra la Vergine dolente ed i Santi”. / La rimozione dell’altare in legno permise la riscoperta della primitiva struttura in pietra. / Nel 2002-4 vennero realizzati i lavori di consolidamento delle fondamenta con la sostituzione del tetto e l’installazione delle grondaie; si procedette, inoltre, al disboscamento dell’area circostante. / Particolare cura venne dedicata al cimitero, da parte dei parenti dei defunti».

Il cartello fa noto che le Sante Messe sono celebrate il 24 giugno per la nascita di San Giovanni Battista, il 14 agosto vigilia della festa della Assunzione della Beata Vergine, il 29 agosto per il martirio (decollazione o taglio della testa) di San Giovanni Battista. Strano, proprio, che non se ne faccia una il 30 novembre, in onore dell’apostolo Sant’Andrea. Eppure se ne fanno altre, in date diverse, in suffragio dei defunti e, da alcuni anni, la prima domenica di luglio, nell’ambito di certa «Festa alpina» cioè degli Alpini.

In cartello, infine, riporta anche alcune notizie sul piccolo abitato che affianca (si fa per dire) la chiesa: «Negli ultimi anni la piccola frazione si è arricchita di due opere dell’artista veneziano Federico Cosmi: “Il Tolares”, dipinto allegorico sulle tavole del fienile, ed il “Crocifisso ligneo”, posizionato nello stesso sito ove si trovava fino agli anni Sessanta. / Venerdì 7 agosto 2015 un furioso incendio ha distrutto l’ultima casa e la sua storia. “Damòs comunque vuole resistere e rinascere”». Lo auguro sinceramente.

L’affresco di Sant’Andrea apostolo sopra la porta laterale.
La facciata e il cimitero antistante.
Il pianoro sopra il cimitero e la chiesa.
Al termine del bel prato del promontorio, all’improvviso ci si trova di fronte a dei pericolosi precipizi in fondo ai quali scorre il Bòite. In fondo si vede il monte Pelmo.
Il meraviglioso affresco della Crocifissione.
Ciò che ho scritto sul quaderno dei visitatori.
Il grande cartello informativo, sopra trascritto.

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